Dati aperti e riuso

Open Source ed Open Knowledge

Gli Anni ’90 hanno visto affermarsi il movimento open source e l’affacciarsi di questo verso il mondo dei non specialisti.

Inizialmente la vertiginosa evoluzione del kernel Linux, sviluppato da Linus Torvalds a partire dal 1992 e pubblicato sotto una licenza libera come la GPL1, ha portato a compimento l’ecosistema predicato da Richard Stallman in quello che adesso è noto come Gnu/Linux.

Il rilascio del codice di Netscape Navigator nel 1998, che ha dato inizio al progetto Mozilla, è stato spinto anche dalla pubblicazione del saggio di Eric S. Raymond “La Cattedrale e il Bazaar”, in cui si descriveva l’approccio allo sviluppo del software da parte delle case commerciali - detto a cattedrale- contrapposto a quello dei progetti open source - a bazaar-2. Incidentalmente, proprio questo saggio è stato il primo libro distribuito commercialmente ad essere pubblicato anche con una licenza aperta3, la Open Publication License la quale, insieme alla precedente Open Content License, ha trasposto il concetto di open source nei contenuti creativi, diventando di fatto la madre delle licenze di tipo Creative Commons4.

Free Software

Richard Stallman e la sua Free Software Foundation pubblicano nel febbraio 19865 la prima versione della definizione di free software (software libero).

Un software è definito libero se possiede quattro libertà:

  • Libertà di eseguire il programma, per qualsiasi scopo (libertà 0).

  • Libertà di studiare come funziona il programma e di modificarlo in modo da adattarlo alle proprie necessità (libertà 1).

  • Libertà di ridistribuire copie in modo da aiutare il prossimo (libertà 2).

  • Libertà di migliorare il programma e distribuirne pubblicamente i miglioramenti apportati (e le versioni modificate), in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio (libertà 3).

L’accesso al codice sorgente è un prerequisito delle libertà sopraelencate.

Open Source Definition

Nel febbraio 1998, poco dopo il rilascio di Netscape Navigator, Eric S. Raymond fonda insieme a Bruce Perens la Open Source Initiative (OSI):

Uno sforzo prolungato per argomentare il “software libero” sui piani pragmatici dell’affidabilità, del costo, e del rischio strategico d’impresa6.

Uno dei primi risultati dell’OSI deriva da un lavoro pregresso di Perens all’interno della comunità Debian: nel luglio 19977 egli propone una policy composta dal Debian Social Contract -nel quale si asserisce che Debian sarà composto esclusivamente di free software- e dalle Debian Free Software Guidelines -che classificano cosa è un free software a seconda della licenza sotto la quale è reso disponibile. Raymond, che aveva già esposto a Perens i concetti che porteranno alla OSI nel febbraio di quell’anno, trovò che le linee guida dovessero diventare il documento definente il termine “open source” al netto dei riferimenti a Debian, così chiese a Perens stesso di riscrivere questo testo che, assieme al certification mark (attestato di certificazione) ottenuto per “open source”, diventò patrimonio dell’OSI.

I punti della definizione sono 10 (erano 9 fino al 2004)8:

  1. Libera ridistribuzione: la licenza non deve impedire la ridistribuzione come componente di una distribuzione di software proveniente da diverse sorgenti e non deve prevedere percentuali sulle vendite.

  2. Codice sorgente: insieme al programma deve essere distribuito (o linkato) il codice sorgente, senza offuscamenti o compilazioni intermedie.

  3. Opere derivate: deve essere permessa la modifica e la creazione di opere derivate obbligando a mantenere gli stessi termini di licenza.

  4. Integrità del codice sorgente dell’Autore: può essere vietata la distribuzione del codice sorgente modificato solo se è permessa la distribuzione di patch per modificare il codice originale in fase di compilazione; deve essere permessa la distribuzione di software creato dal codice sorgente modificato ma può essere richiesto il cambio di nome o di versione.

  5. Nessuna discriminazione rispetto a persone o gruppi di persone.

  6. Nessuna discriminazione rispetto agli ambiti di impiego (del programma).

  7. Distribuzione di licenza: la licenza deve applicarsi a tutto il software (non sono permesse ulteriori clausole aggiuntive).

  8. La licenza non deve essere specifica di un prodotto: deve cioè valere anche se una parte di quel prodotto viene riutilizzata in altri prodotti.

  9. La licenza non deve limitare altro software: non è permesso richiedere che tutto il software insieme al quale viene distribuito sia anch’esso open source.

  10. La licenza dev’essere neutrale rispetto alla tecnologia: non deve cioè legare il software e le sue parti ad un requisito particolare (come ad esempio una GUI).

Creative Commons

La famiglia di licenze Creative Commons, che copre ambiti culturali non necessariamente legati al mondo dello sviluppo software, prende ispirazione dalla GNU Public License della Free Software Foundation e dall’Open Publication License.

Le licenze Creative Commons (CC) sono il prodotto di un gruppo di persone associatesi per supportare il caso di Eric Eldred contro lo stato americano, in cui egli proclamava l’illegittimità del Sonny Bono Copyright Term Extension Act9 che estendeva di 20 anni la protezione delle opere coperte da copyright: formatasi inizialmente il 17 Febbraio 1999 come Copyright Commons, questa associazione viene ufficialmente fondata da Lawrence Lessig col nome attuale il 16 Gennaio 2001.

Un mese prima che la Corte Suprema affermasse la costituzionalità dell’atto, il 16 Dicembre 2002 viene rilasciata la versione 1.0 delle licenze ed in un anno questa trova applicazione in 3 milioni di opere.

In una presentazione del 200810, Lawrence Lessig sintetizza così le ragioni dietro al movimento che ha portato alle Creative Commons:

Era nato come un movimento attivista di creatori, altrimenti detti detentori di copyright, che guardavano la dicitura “Tutti i diritti riservati” affermando ’non mi servono tutti i diritti, al massimo me ne serve qualcuno’.

Il 25 Novembre 2013 viene ufficialmente rilasciata la versione 4.0 delle licenze.

Open Knowledge Definition

Con le Creative Commons si parla finalmente di conoscenza aperta. Ma cos’è la conoscenza? Cosa vuol dire aperta?

Nel 2004 viene registrata in Inghilterra come organizzazione non profit l’Open Knowledge Foundation (OKFN). Essa si dedica a

promuovere la creazione, diffusione ed uso della conoscenza aperta in tutte le sue forme, dai geni ai geodati e dai sonetti alle statistiche11.

Nell’Agosto 2005 pubblica la prima bozza della Open Definition12, che definisce (il termine) “Open in Open Data, Open Content and Open Services”, lasciando esplicitamente fuori il software in quanto “è stato adeguatamente trattato da lavori precedenti”.

Innanzitutto la conoscenza include:

  • contenuti (creativi) come musica, video, libri;

  • dati, che siano scientifici, storici, geografici o di altro genere;

  • informazioni governative ed amministrative.

Viene inoltre usato il termine opera (work) per denotare l’oggetto di conoscenza trasferito ed il termine pacchetto per un insieme di opere.

Un’opera viene definita aperta se soddisfa queste condizioni:

  1. Accesso: l’opera dev’essere accessibile interamente con al massimo i costi di riproduzione, ma deve essere disponibile anche in un formato modificabile.

  2. Ridistribuzione: la licenza non deve restringere la vendita o la cessione dell’opera sia da sola sia come parte di un pacchetto, e non deve richiedere percentuali sulle vendite.

  3. Riuso: la licenza deve permettere modifiche e opere derivate e deve permettere che siano distribuite con gli stessi termini dell’opera originale.

  4. Assenza di restrizioni tecnologiche: l’opera non deve avere ostacoli tecnologici ai punti precedenti, ovvero deve essere anche distribuita in un formato dati aperto.

  5. Attribuzione: la licenza può prevedere per la redistribuzione ed il riuso la condizione di attribuzione ai creatori e contributori dell’opera, senza però essere onerosa.

  6. Integrità: la licenza può richiedere come condizione per la distribuzione dell’opera modificata che essa porti un diverso nome (o numero di versione) rispetto all’opera originale.

  7. Nessuna discriminazione nei confronti di persone o gruppi.

  8. Nessuna discriminazione nei confronti dei campi di impiego.

  9. Distribuzione della licenza.

  10. La licenza non deve essere specifica di un pacchetto.

  11. La licenza non deve restringere la distribuzione di altre opere.

Confronto con la Open Source Definition

OSD OD Confronto
1 2 Viene riscritto il punto adattando la terminologia (software diventa opera)
2 10 Il paragone sussiste pensando alle opere in formato proprietario come ai programmi compilati, e viene anche specificato che l’opera/il software non deve dipendere da particolari tecnologie; viene affermata la gratuità del software o dell’opera a meno dei costi di riproduzione sul mezzo fisico (mentre su Internet deve essere gratuito)
3 3 La distribuzione dell’opera derivata nella OD viene definita come riuso
4 6 Nella OD viene preservata solo l’ultima frase della OSD, eliminando quindi i particolari sul codice sorgente
5-9 7-11 Sono esplicitamente dichiarate uguali

Nei commenti alla Open Definition viene affermato esplicitamente che i punti 7-11 corrispondono in relazione 1:1 ai punti 5-9 della Open Source Definition. Nella Tabella soprastante si confrontano i singoli punti.


1. L’adozione della GPL è stata fatta soltanto a partire dalla versione 0.12; in precedenza era presente una licenza che impediva lo sfruttamento commerciale.
2. Articolo su Forbes, 1998 http://www.forbes.com/forbes/1998/0810/6203094a_print.html
3. Il testo completo del saggio si trova sul sito dell’autore http://www.catb.org/~esr/writings/cathedral-bazaar/cathedral-bazaar/index.html
4. http://opencontent.org/blog/archives/329
5. Gnu’s Bulletin, Vol. 1 No.1, p.7 http://www.gnu.org/bulletins/bull1.txt
6. http://opensource.org/pressreleases/osi-launch.php
7. http://oreilly.com/catalog/opensources/book/perens.html
8. http://opensource.org/osd
9. Chiamato così in onore di un politico americano, deceduto mentre era in carica, che era tra i cofirmatari di una simile legge proposta alla Camera dei Rappresentanti.
10. http://www.lessig.org/blog/2008/08/early_creative_commons_history.html
11. “promote the creation, dissemination and use of open knowledge in all its forms, from genes to geodata and from sonnets to statistics”. http://okfn.org/about/
12. http://opendefinition.org/okd/